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Il Consolato Generale d’Italia ad Hannover ha partecipato alla cerimonia commemorativa per gli 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Bergen-Belsen, di Sandbostel (Bassa Sassonia) e Neuengamme (Amburgo)

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Domenica 27 aprile 2025, il Console Generale d’Italia ad Hannover David Michelut ha partecipato alle commemorazioni in occasione dell’ 80° anniversario dalla liberazione del campo di concentramento di Bergen-Belsen (o comunemente Belsen, un’area agro-boschiva a sud-ovest della cittadina di Bergen, nel distretto di Celle).

L’evento – organizzato dallo Stato della Bassa Sassonia, l’Associazione delle comunità ebraiche e il Memoriale di Bergen-Belsen – ha visto la presenza di circa 2.000 persone tra cui oltre 50 sopravvissuti. Le commemorazioni hanno avuto inizio in mattinata, presso il cimitero sovietico dei prigionieri di guerra nella vicina località di Hörsten (Lohheide). Successivamente, presso il memoriale di Bergen-Belsen si è svolta la cerimonia protocollare con l’esibizione del coro ebraico “Shabbaton Choir”.

Giova ricordare che gli inglesi e i canadesi della 11ª Divisione Corazzata dell’esercito britannico, sotto il comando di Bernard Montgomery, liberarono il campo il 15 aprile 1945.

Per tale motivo erano presenti la Vice Prima Ministra britannica Angela Rayner e l’Ambasciatore di Israele presso la Repubblica Federale Tedesca Ron Prosor, assieme a numerosi rappresentanti del corpo diplomatico-consolare, tra i quali l’Italia, gli Stati Uniti, la Francia e la Polonia.

Il programma della manifestazione avvenuta domenica è reperibile al seguente link:

https://bergen-belsen.stiftung-ng.de/de/aktuell/80-jahrestag-der-befreiung/

La cerimonia principale, preceduta da un evento commemorativo presso il Cimitero dei prigionieri di guerra – ove, oltre ai prigionieri sovietici, furono sepolti in fosse comuni 142 internati militari italiani (per la maggior parte poi tumulati presso il cimitero italiano di Amburgo-Öjendorf) e nove prigionieri di guerra polacchi – si è svolta in tre momenti distinti: all’Obelisco di fronte al muro del ricordo, dove è avvenuta la deposizione di 35 corone floreali, tra cui quella italiana, all’Alta Croce e al Memoriale Ebraico.

Per questo speciale anniversario, il programma – elaborato dalla Fondazione del Memoriale insieme al Land Bassa Sassonia e all’Associazione Regionale delle Comunità Ebraiche – ha posto l’attenzione sui sopravvissuti e coloro che sono nati nel vicino campo profughi. Questi ultimi hanno portato la loro testimonianza e pronunciato le parole del ricordo, dopo gli interventi ufficiali dei rappresentanti istituzionali.

Nel corso delle testimonianze, improntate principalmente sul vissuto personale, sono state fatte solo alcune citazioni di alto valore simbolico, tratte da grandi personalità del mondo culturale e letterario italiano: Primo Levi e Dante Alighieri.

Del primo sono state riportate le seguenti parole, legate alla memoria e alle coscienze: “Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” e “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.

Del Sommo Poeta si sono citati alcuni versetti della Divina Commedia, in relazione con le condizioni di vita disumane vissute nei campi di concentramento e le speranze di tornare in vita e ritrovare la forza per riferire quanto vissuto: “quivi perdei la vista e la parola […] e quivi caddi, e rimase la mia carne sola” e “ora ti dirò la verità e tu riferisci ai vivi”.

Tali riferimenti, citati durante la solenne commemorazione da persone di altri Paesi e culture – nessuno di loro era infatti italiano – conferiscono grande lustro all’Italia, ai suoi rappresentanti e alla sua migliore tradizione storico-culturale, simbolo di una eccezionale eredità per il mondo contemporaneo.

Parimenti, martedì 29 aprile il Consolato Generale ha presenziato ad analogo anniversario tenutosi presso la località di Sandbostel in Bassa Sassonia, ove all’epoca si trovava uno dei più grandi campi di smistamento e prigionia per il quale passarono più di 300 mila prigionieri civili e militari provenienti da oltre 55 Nazioni. Il campo, noto con l’appellativo di “Stalag X B”, fu liberato dalle truppe britanniche 80 anni fa, proprio il 29 aprile 1945.

La cerimonia ha visto la presenza del Ministro della Scienza e della Cultura della Bassa Sassonia, Falko Mohrs e dell’Ambasciatore del Regno Unito in Germania, Andrew Mitchell, oltre ai Rappresentanti del Corpo Consolare ivi accreditato, delle Associazioni ebraiche e religiose, nonché di delegati militari. Il Presidente della Fondazione Lager Sandbostel ha aperto ufficialmente la cerimonia, che si è tenuta in due parti, prima al Sacrario e poi presso lo Stalag X. In tali luoghi si sono tenuti gli interventi dei rappresentanti del Memoriale, dell’Ambasciatore del Regno Unito e alcune testimonianze da parte dei parenti dei sopravvissuti dell’epoca.

La cerimonia si è conclusa con la deposizione delle corone presso la lapide commemorativa, da parte delle autorità e delle associazioni, cui è seguito un lungo e commovente momento di raccoglimento alla presenza di almeno un centinaio di partecipanti.

Per approfondimenti si può consultare il seguente sito: https://www.stiftung-lager-sandbostel.de/

Inoltre, all’inizio del mese di maggio, si sono svolte anche le celebrazioni per l’ 80° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Neuengamme (un quartiere di Amburgo, appartenente al distretto di Bergedorf) e la fine della Seconda guerra mondiale.

Alla presenza di numerosi ospiti internazionali, agli ex prigionieri e ai loro familiari, il cancelliere federale Olaf Scholz – in una delle ultime sue apparizioni ufficiali come Capo di governo -, il sindaco di Amburgo Dr. Peter Tschentscher e la sopravvissuta al campo di concentramento Helga Melmed hanno commemorato la liberazione avvenuta il 3 maggio 1945. La successiva cerimonia di deposizione di una corona d’alloro, insieme alla Presidente dell’Assemblea Cittadina, Carola Veit, ha avuto luogo al vicino memoriale, in ricordo delle vittime della guerra e delle persecuzioni durante il regime nazista. Il Consolato Generale di Hannover e il Console Onorario d’Italia ad Amburgo hanno deposto, alla presenza delle Autorità e dei colleghi del Corpo Consolare ivi accreditato, una corona floreale con il nastro tricolore italiano, in memoria di questo speciale anniversario.

Per maggiori informazioni e foto della cerimonia si può visitare il sito del Parlamento di Amburgo: https://www.hamburgische-buergerschaft.de/aktuelles/nachrichten/gedenken-neuengamme-1054868

Il campo di concentramento di Neuengamme (Konzentrationslager Neuengamme, abbreviato in KZ Neuengamme) era il più grande campo della Germania settentrionale e ospitava circa 100.000 prigionieri, distribuiti in 85 campi satellite. Fu predisposto il 13 dicembre 1938 in una fabbrica di mattoni in disuso (in tedesco “Klinkerwerk”) a Neuengamme, un sobborgo a sud-est di Amburgo e fu operativo fino al 4 maggio 1945, inizialmente come dipendenza del campo di Sachsenhausen e poi reso indipendente nell’estate del 1940. Creato in origine principalmente per l’internamento di oppositori politici, dal 1937 furono internati anche ebrei, zingari Sinti e Rom, omosessuali, testimoni di Geova, presunti “asociali” e “criminali”. Si stima che almeno 42.900 persone morirono nel campo principale o nei sottocampi a causa delle terribili condizioni di vita e lavoro durante il regime nazionalsocialista il quale, fino all’ultimo, si adoperò per l’insabbiamento dei crimini commessi.

La storia di Neuengamme si intreccia in parte con quella dei bambini di Bullenhuser Damm, vittime degli esperimenti pseudo-medici da parte di un medico delle SS e morti tragicamente il 20 aprile 1945. Tra questi bambini ebrei c’era un italiano: Sergio De Simone, di soli 7 anni.

Per una sintesi della storia del campo si veda il seguente documento in italiano:

KZGNG_Italiano.pdf

Quando i soldati britannici liberarono il campo nei primi giorni di maggio del 1945, lo trovarono vuoto. I nazisti l’avevano precedentemente sgomberato per nascondere i loro crimini. Migliaia di prigionieri furono avviati alle marce della morte o deportati su navi nella baia di Lubecca. Nei pressi di tale località più di 6.000 persone morirono quando l’aviazione britannica bombardò le navi, sospettando che lì si trovassero truppe tedesche.